Intervento davvero molto interessante amico mio, sebbene, non avendo io alcuna cognizione della filosofia di Nietzsche, non abbia gli strumenti dialettici adeguati per una seria e approfondita analisi della questione in oggetto.
Tuttavia, posso dire, dalla mia posizione, quanto interessante possa essere la questione, poichè, da quel che ho capito, mette in luce una prospettiva che mai prima era stata esplorata dalla società occidentale, impregnata com'era nel suo vagheggiamento cristiano: la genealogia dei valori, dunque, metterebbe a nudo un qualcosa che scuoterebbe dalle fondamenta la visione ebraico-cristiana della vita, che, non possedendo alcuna cognizione obiettiva dei valori estetici e soprattutto tragici connessi alla visione dionisiaca (e quindi l'equazione-conversione universale tragedia/vita), si oppone fermamente a tale visione.
Tutto questo in un contesto in cui Nietzsche (mi baso sulle tue parole) afferma che il Cristianesimo è addirittura "nichilismo"... un'affermazione piuttosto pesante, a mio parere, ma che, evidentemente, dalla sua posizione, e in quanto egli tentava di risalire all'origine dei valori e al loro vero valore nella società, negando quindi in blocco la visione ebraico-cristiana, aveva certamente una sua ragione d'essere. Mi fermo qui perchè, ripeto, non ho gli strumenti adeguati per continuare, ma certamente questa visione ha un suo particolare modo d'essere e, quindi, esercita non solo una certa pressione psicologica, ma anche e soprattutto distrugge le certezze di chi, per secoli, aveva creduto in qualcosa come valore assoluto senza mai chiedersene la ragione esistenziale e il valore di tale ragione.
Come sempre, nonostante le visioni del mondo e della ragione della nostra esistenza e del nostro fine ultimo sono molteplici, e sono molteplici anche le soluzioni proposte, quello che è veramente l'uomo non muta per niente: un essere pieno di pomposità morale che, pur di opprimere il prossimo a proprio vantaggio, trae la propria forza da un qualcosa che egli ritiene giusto, ma che, a conti fatti, sprofonda nel nulla, il nulla da cui tutti noi proveniamo e in cui, giunta l'ora, tutti noi torneremo. Questo nulla può essere interpretato, difeso, confutato e giustificato in vario modo, ma la sostanza del problema certo non subirà mutamenti; perchè l'uomo, da creatura nobile e capace di cose grandi qual è in verità, preferisce tuttavia la via più breve, quella più semplice, non accorgendosi che, in realtà, ci sono cose che vanno ben oltre la sua profondità d'azione.
E, come diceva Seneca, "Da un uomo grande c’è qualcosa da imparare anche quando tace."
[Modificato da Simplythebest79 15/03/2009 13:06]
"Tu regere imperio populos Romane memento, parcere subiectis et debellare superbos." Virgilio, Eneide
"Credere a tutto e dubitare di tutto sono due soluzioni ugualmente efficaci che ci dispensano, l'una come l'altra, dal riflettere." Jules Henry Poincarè
"La mente è come un paracadute: funziona solo se si apre." Albert Einstein